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Nel corso della modernità lo Stato ha costituito il modello sul quale la politica si è costruita ed è stata pensata. Al di là delle sue forme concrete di funzionamento, esso è stato espressione di una volontà di contenimento del movimento della politica, la scoperta tutta moderna della mutevolezza delle relazioni politiche e della loro naturale conflittualità. Oggi che lo Stato vede affievolirsi molte delle sue prerogative moderne, questo volume assume come centrale proprio quel movimento che la modernità ha cercato di neutralizzare. Due sono le direttrici seguite: l'analisi della capacità teorica e pratica dei movimenti sociali di operare una critica radicale delle logiche politiche moderne e la ricostruzione genealogica di una modalità alternativa di pensare la politica nella modernità, qui sintetizzata con la categoria di potere destituente, che del movimento della politica fa il suo presupposto.